-- Venerdì 25 settembre 2009 --
- diario tappa 83 -
( Valle dell’Angelo ( Piaggine ) – Sanza )

In anticipo di un giorno, sempre con l’auto di appoggio, mi riporto a Piaggine
( che è contigua a Valle dell’Angelo ), dando appuntamento all’autista per il tardo pomeriggio a Sanza.
Il tempo è discreto in basso, ma sulle cime una densa cappa di nubi persiste minacciosa. Infatti, come comincio a salire di quota lungo la strada sterrata che porta al Rifugio del Cervati, mi trovo avvolto da una fittissima nebbia ed al pianoro del rifugio raffiche di vento scrollano gli alberi con violenza.
Mi riparo per un po’ nel vano sempre aperto e prima che mi raffreddi riparto per affrontare la parte più dura del percorso, dovendo risalire con la bici a spinta ed a volte in spalla la cosiddetta “ Chiaia Amara“, che non si smentisce. Infatti è una erta china sassosa, parte finale del lungo sentiero dei pellegrini, che partendo da Sanza, a 500 m. di quota, la notte del 26 Luglio portano in spalla la statua della Madonna fino al Santuario della Madonna della Neve a quota 1852, poco sotto la cima del Monte Cervati  (m.1899).
La nebbia è sempre più fitta e seguo la lunga staccionata che delimita a destra il sentiero, scorgendone solo qualche metro avanti a me, fino alla piccola croce ( la Crocella ), che segna la fine della dura salita, sbucando alle Pozze del Cervati, che mi immagino avanti a me sormontate dal cippo metallico triangolare della cima più alta della Campania. Il vento ora è impetuoso e con tutta la buona volontà, devo rinunciare a raggiungere la cima per una foto e per firmare il libro di vetta da poco installato dalla sezione Cai di Salerno. Per cui proseguo lungo la staccionata fino al Santuario che vedo solo quando sono a pochi metri.
Dò qualche rintocco alla campana esterna e rapidamente appronto l’autoscatto, combattendo col vento fortissimo ed appesantendo il treppiede per non farlo buttare giù.
Nei pressi del Santuario ci sono da qualche tempo anche due baite in legno, ma, come abbiamo segnalato spesso, non c’è un vano sempre aperto dove potersi riparare in condizioni avverse.
Quindi lungo la strada che qui sale dal versante ovest discendo per un pò sottovento e mi preparo ad affrontare la lunghissima discesa sterrata ( circa 20 km. ), che percorro con grande prudenza, specialmente la prima parte con visibilità quasi nulla. Più a valle, verso i 1400 metri, non c’è più nebbia e mi rilasso un po’ sostando alla Fontana del Ruscio. Arrivo infine sull’asfalto ed incontro l’auto sotto l’abitato di Sanza, dove lascio in un bar il testimone a Claudio Coppola, che arriverà domani da Sapri per continuare la tappa fino a Lagonegro.

Sandro Ginnattasio
sezione di Salerno

-- le foto della tappa --

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